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Moovy e la Falegnameria

L’utilità sociale di un laboratorio

Il progetto Moovy ha lo scopo di creare un nuovo strumento interattivo per la riabilitazione e la terapia di abilità linguistiche e cognitive, dedicato a bambini e giovani adulti, ed è frutto di una collaborazione tra il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, indirizzata a fornire a bambini con disturbi del neurosviluppo e ai loro terapeuti uno strumento facile, divertente ed efficace per facilitare l’apprendimento e la terapia.
Moovy è un nuovo strumento interattivo da proporre ai bambini in riabilitazione e terapia logopedica per lavorare in maniera sempre più divertente e stimolante, progettato per bambini dai 4 ai 13 anni e giovani adulti con disturbi del linguaggio e difficoltà cognitive. Il gioco permette di lavorare su alcune strutture morfosintattiche come i pronomi clitici e le frasi passive. Tali costruzioni presentano infatti un movimento argomentale, ossia un movimento verso la periferia sinistra della frase di un argomento del verbo. L’idea su cui si basa questo progetto è di trasporre il “movimento argomentale” di natura mentale in azione motoria che si svolge davanti agli occhi del bambino attraverso un movimento fisico in cui lui stesso è attivamente coinvolto.

La collaborazione da parte della nostra falegnameria nasce dall’idea di utilizzare questo gioco attraverso una plancia realizzata in legno. Abbiamo costruito delle bozze iniziali per poi trovare la miglior soluzione adatta a Moovy, costituita da una board, cuore del gioco, e circondata da tessere dove poggiare i diversi personaggi. Ogni parte del gioco è stata pensata, disegnata e tagliata per essere il più possibile funzionale, mantenendo le caratteristiche del gioco originale.
Il progetto è stato presentato in un seminario tenuto all’Università Cattolica di Milano durante un convegno, quale esempio di inclusione sociale. Ciò che ha reso straordinario il senso di questa giornata è stato il semplice fatto di esserci. I nostri partecipanti sono stati tra i relatori, per presentare lo specifico contributo al progetto: non  solamente destinatari e beneficiari, ma fornitori e costruttori di un servizio. Questo è ciò che pensiamo sia la strada più corretta per parlare di inclusione sociale.

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