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Le nostre storie in un’esposizione d’arte

Si tiene a Crema in questi giorni, presso la Fondazione del Teatro San Domenico, un’esposizione artistica organizzata dalla Terapeutica Artistica dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, significativamente intitolata “Condivisione“.

 

L’esposizione riunisce opere di gruppi provenienti da tutta la Lombardia, frutto della visuale artistica di degenti ospedalieri, richiedenti asilo, carcerati e persone con fragilità.

Rimarrà aperta fino al 30 giugno dal martedì al sabato dalle 16 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.

Tra le opere esposte due provengono da esperienze artistiche realizzate nei Centri di Fraternità e Amicizia.

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La prima opera è frutto di una temporanea collaborazione di un tesista dell’Accademia, Rosario Cavallo, con il gruppo del Centro Educativo Integrato, che raccoglie ragazzi autistici e con disabilità cognitive medio gravi. Insieme agli operatori hanno affrontato la tematica delle emozioni, raffigurandole come onde del mare per imparare ad ascoltarle riconoscerle e placarle. Il percorso si è svolto utilizzando esclusivamente il colore blu, colore della calma e della giusta distanza delle cose. Si è utilizzata la tecnica dello stencil per creare forme sinuose. Passando dal vuoto al pieno con le relative metafore i ragazzi hanno creato dapprima delle opere individuali e poi una tela condivisa.

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La seconda opera nasce nel laboratorio di sartoria, spazio dedicato all’artigianato, ma in cui è emersa l’esigenza di fare un lavoro di tipo diverso. Il gruppo, composto da otto ragazze, ha trascorso un periodo in cui manifestava un grande e quotidiano bisogno di raccontarsi, di sfogarsi, di condividere le proprie preoccupazioni. Questa necessità veniva però espressa con una urgenza che impediva di considerare l’altro da sé, di riconoscerlo come interlocutore e portatore, magari anch’egli, di una sua storia e un suo eventuale malessere. Per fare questo, l’arteterapista ha pensato di trasformare quel tempo e quello spazio in un “contenitore” emotivo in cui raccontarsi, uno spazio in cui essere ascoltati ma anche imparare ad ascoltare. Per farlo è stata scelta un’azione semplice e ritmica: quella di avvolgere delle forme curvilinee (scarti del laboratorio di falegnameria) con un filo di lana, quale supporto alla narrazione delle storie. E’ così nata questa “Opera Viola”, proposta con questo suggestivo allestimento.

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