Fraternità e Amicizia Società Cooperativa Sociale Onlus

STAR BENE CON LA MINDFULNESS

Un nuovo percorso rivolto agli insegnanti

di Marco Mancini (dal n. 42 de “I Sogni di Cristallo“)

Si è recentemente concluso il ciclo di incontri di Minfulness rivolto a 20 insegnanti dell’Istituto comprensivo statale “Madre Teresa di Calcutta”. Come noto la Mindfulness è uno stato mentale rivolto all’attenzione e alla consapevolezza che possono essere coltivate e sviluppate attraverso una particolare pratica di meditazione (la matrice è l’antica meditazione buddista Vipassana).

La meditazione è una pratica che consiste nel concentrare la mente su un oggetto, un’idea, un suono o pensiero e viene utilizzata da secoli per diversi fini. Nel caso della mindfulness l’obiettivo non è spirituale o religioso ma “semplicemente” quello di migliorare il benessere psicologico delle persone.
Si considera quindi la consapevolezza che emerge attraverso il prestare attenzione allo svolgersi dell’esperienza momento per momento, con intenzione, nel presente e in modo non giudicante (la poesia come la contemplazione della natura hanno una qualità esperienziale identica alla mindfulness). Non va confusa con una nuova tecnica o un esercizio cognitivo comportamentale, assomiglia più a una forma di arte che si sviluppa nel tempo, attraverso la disciplina di una pratica quotidiana formale e informale.

La Mindfulness ci invita a considerare i pensieri semplicemente come pensieri, quale che sia il loro contenuto o carica emozionale, senza tentare di modificarli, sostituirli con altri pensieri o di risolvere alcunché, ma limitandoci ad osservarli serenamente. Il pensiero negativo può causare di per sé depressione, inoltre anche se non è stato la prima causa di un episodio depressivo, può certamente mantenerlo una volta che si è instaurato.
La Mindfulness dà il benvenuto a pensieri e sentimenti che si presentano, lascia che ci siano, in modo non giudicante e accogliente, invita ad assumere un atteggiamento di dolcezza e disponibilità verso tutte le esperienze.  Non è trance, condizione mistica, tecnica di rilassamento per raggiungere un benessere fisico o mentale anche se a volte questo può essere un piacevole effetto collaterale.

Questo approccio ha un importante effetto terapeutico come constatato dal gruppo di Kabat-Zinn alla fine degli anni Settanta, tanto che nell’ospedale di Boston è stato utilizzato su migliaia di casi. Le applicazioni cliniche sono numerose e vanno dalle patologie somatiche come la psoriasi e le sindromi da dolore cronico alle patologie psichiatriche come i disturbi d’ansia generalizzata, i disturbi alimentari, attacchi di panico e soprattutto la depressione. Il cuore di questa pratica risiede nel respiro: avviene nel presente, quindi aiuta a lasciare passato e futuro, c’è sempre, quindi è costantemente accessibile ed è un ottimo sostituto temporaneo del pensiero ruminativo. Un pensiero ci può portare lontano e lasciarci in un luogo, attraverso associazioni incontrollabili, molto lontano rispetto al luogo di partenza e in uno stato mentale molto diverso. La Mindfulness ci aiuta a ritornare nel qui e ora.

Questa pratica ha caratterizzato l’intervento formativo svolto durante l’anno scolastico, collaterale alle attività del nostro Sportello d’Ascolto Psicologico. I circa 20 insegnanti che lo hanno seguito sono risultati molto soddisfatti dell’esperienza, che si sono augurati possa continuare a beneficio loro e – indirettamente – degli studenti.
Alcuni dei commenti riportati nel questionario conclusivo indicano chiaramente il senso attribuito all’esperienza:

“Pensavo di fare più fatica e ottenere risultati inferiori.”
“Ho trovato un momento dedicato a me.”
“Uno spazio vuoto in cui potermi ascoltare e ritrovare il centro.”
“Capire cosa si prova ad entrare maggiormente in contatto con me stesso.”
“Un aiuto a capire come trovare momenti di benessere.”
“Diventare più cosciente delle mie risorse per affrontare le situazioni di fatica, stress e sofferenza in modo diverso…”

Condividi sui tuoi social: